Archivio della Società romana di storia patria vol. 146 (2023) – 8. Andrea Donati
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Codice DOI 10.61019/ASRSP_146_8
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Andrea Donati
Tiziano e Paolo III nel 1543. Il primo viaggio alla corte Farnese e le sue ripercussioni artistiche
Tiziano accettò di lavorare per Paolo III e i Farnese in cambio dell’abbazia di San Pietro in Colle da destinare a Pomponio Vecellio. Tuttavia il beneficio ecclesiastico non fu mai assegnato al secondogenito di Tiziano, che lavorò di fatto senza alcuna ricompensa. Rileggendo le fonti storiche si può rivedere la cronologia delle opere di Tiziano per i Farnese e la loro cerchia, mettere a fuoco il ruolo e gli interessi personali dei protagonisti, precisare fin dove possibile le identificazioni inventariali e i passaggi collezionistici degli originali e delle copie. Il Paolo III senza camauro della Pinacoteca Nazionale di Capodimonte è il primo di una serie di ritratti che Tiziano fece al papa a partire dal 1543. Le repliche citate dalle fonti e le numerose copie censite mostrano quanto successo avesse riscosso il dipinto di Tiziano. Durante il viaggio alla corte Farnese in Emilia, egli replicò il ritratto del papa su richiesta del secondo cardinale nipote Guido Ascanio Sforza di Santa Fiora. Questa prima copia del Paolo III senza camauro di mano di Tiziano è rintracciabile fino agli inventari Barberini. Sempre nel 1543 (due anni prima di quanto generalmente supposto) Tiziano ritrasse per la prima volta il primo cardinale nipote Alessandro Farnese e per la seconda volta suo padre, il duca Pier Luigi Farnese. Inoltre, la mediazione in favore di Tiziano esercitata presso il cardinale Farnese dal cardinale Pietro Bembo, dal procuratore curiale Carlo Gualteruzzi e dal nunzio apostolico Giovanni Della Casa fruttò molte promesse e alcuni dipinti. Qui si discute in particolare la seconda replica tizianesca del ritratto di Paolo III donata da Tiziano a Della Casa, i due ritratti di Elisabetta Querini Massolo contesi da Bembo, Gualteruzzi e Della Casa, e infine i due ritratti di Della Casa e di suo nipote Annibale Rucellai finora mai evidenziati dagli studi. In conclusione si offrono nuovi risultati per un aggiornamento e una revisione critica di un episodio centrale nella vita e nelle opere di Tiziano che potrà servire alla redazione del nuovo catalogo ragionato.
Titian and Paul III in 1543. The first trip to the Farnese court and its artistic effects.
Titian agreed to work for Paul III and the Farnese in exchange for the assignment of the abbey of San Pietro in Colle to the artist’s second son, Pomponio Vecellio. However, the ecclesiastical benefit was never assigned and Titian effectively worked without any reward. A reconsideration of the historical sources permits us to review the chronology of Titian’s paintings for the Farnese and their circle, focus on the role and personal interests of the protagonists, and pinpoint to some extent inventory identifications and the vicissitudes of provenance of original artworks and their copies. Paul III without a cap in the National Gallery of Capodimonte is the first in a series of papal portraits that Titian painted beginning in 1543. The replicas mentioned by the sources and the numerous identified copies demonstrate the success of Titian’s painting. During his staying at the Farnese court in Emilia, he replicated the pope’s portrait at the request of the second cardinal nephew, Guido Ascanio Sforza of Santa Fiora. This first copy of Titian’s Paul III without a cap can be traced back to the Barberini inventories. Also in 1543 (two years earlier than generally claimed) Titian portrayed for the first time the first cardinal nephew, Alessandro Farnese, and for the second time his father, duke Pier Luigi Farnese. Furthermore, the pressure in favor of Titian exerexerted on Cardinal Farnese by Cardinal Pietro Bembo, by the curial procurator Carlo Gualteruzzi, and by the apostolic nuncio Giovanni Della Casa yielded many promises and some paintings. Here I discuss in particular Titian’s second replica of the portrait of Paul III, which the artist donated to Della Casa, the two portraits of Elisabetta Querini Massolo disputed by Bembo, Gualteruzzi. and Della Casa, and two portraits of Della Casa and his nephew Annibale Rucellai not yet highlighted by scholars.
Taken together, this work offers new results for a critical revision of this central episode in the life and works of Titian, which will serve in the drafting of the new catalogue raisonné.
Archivio della Società romana di storia patria, 146
dicembre 2023, pp. 51