Archivio della Società romana di storia patria vol. 146 (2023) – 7. Paola Pavan

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Codice DOI 10.61019/ASRSP_146_7


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Paola Pavan

La Biblioteca Vallicelliana alla Chiesa Nuova: storia di un salvataggio

La Biblioteca Vallicelliana, la più antica biblioteca pubblica di Roma, nata nell’ultimo quarto del XVI secolo con finalità devozionali legate alla pratica oratoriana dei sermoni, diventa ben presto un vero e proprio laboratorio di ricerca storica e di elaborazione dottrinale, ove prendono il via le imprese monumentali degli Annales ecclesiastici di Cesare Baronio, gli scritti politici di Tommaso Bozio, i trattati agiografici di Antonio Gallonio. La vivacità e l’attualità delle ricerche avviate attirano lasciti di intere biblioteche, come quella dell’umanista Achille Stazio, di Silvio Antoniano o di Pierre Morin, di singole raccolte librarie, di antichi e preziosi manoscritti. Contemporaneamente, la continua ricerca di un metodo per organizzare i fondi, garantendone la libera consultazione, ne fece anche un laboratorio di ricerche biblioteconomiche che sovrintese alla progettazione e all’allestimento funzionale dell’intero «invaso borrominiano». L’integrità dei fondi e la sopravvivenza stessa della Biblioteca Vallicelliana furono messe in serio pericolo all’indomani dell’unità d’Italia, quando il trasferimento della capitale da Firenze a Roma pose urgentemente il problema del reperimento di sedi idonee per ospitare le nuove istituzioni statali, ma anche quello di creare istituzioni culturali centralizzate, laiche e “universali”. Il complesso borrominiano dell’Oratorio dei Filippini, per la sua posizione centrale e per l’ampiezza dei locali, venne subito individuato come particolarmente idoneo ad ospitare organi dell’amministrazione statale mentre la sua biblioteca veniva destinata a confluire nel progetto governativo dell’istituzione di una grande biblioteca nazionale. Il presente saggio ricostruisce le tappe attraverso le quali, tra il 1871 e il 1883, fu possibile sventare, in un primo momento, l’esproprio e il conseguente sgombero dei locali della biblioteca, grazie al tempestivo intervento dell’oratoriano padre Agostino Theiner e dei ministri Emilio Visconti Venosta e Cesare Correnti, e in un secondo momento la fusione della Biblioteca Vallicelliana con la nuova Biblioteca Nazionale. Fu grazie all’intervento della Società romana di storia patria, che nella persona di Ernesto Monaci inviò al ministro della Pubblica istruzione Guido Baccelli un circostanziato memoriale che metteva in luce le peculiarità della biblioteca, che si giunse ad assicurarne il salvataggio definitivo. Con decreto ministeriale del 17 novembre 1883 si stabiliva infatti che la gestione scientifica della biblioteca, relativa alla conservazione e incremento dei fondi veniva affidata alla Società romana di storia patria, alla quale si assegnavano come sede alcune stanze della biblioteca stessa, mentre la gestione amministrativa veniva assunta da un “custode consegnatario” di nomina ministeriale. Si apriva così, con l’affiancamento della Società romana alla Biblioteca Vallicelliana, una nuova stagione per il complesso borrominiano, destinata a vedere non solo la ripresa regolare dell’attività della biblioteca ma anche il riavviarsi della ricerca storico-documentaria e dell’edizione critica delle fonti.

The Vallicelliana Library at the Chiesa Nuova: the story of a rescue

The Vallicelliana Library, the oldest public library in Rome, born in the last quarter of the 16th century for devotional purposes connected to the Oratorian practice of sermons, soon became a real laboratory for historical research and doctrinal development, one which hosted Cesare Baronio’s monumental enterprise of the Annales ecclesiastici, Tommaso Bozio’s political writings, and Antonio Gallonio’s hagiographic treatises. The liveliness and novelty of such research attracted bequests of entire libraries, for example those of the humanists Achille Stazio, Silvio Antoniano, and Pierre Morin, of discrete book collections, and of precious ancient manuscripts. Simultaneously, the continuous search for methods by which to organize the collection and guarantee its free consultation turned the Vallicelliana into a laboratory of librarianship research that oversaw the planning and functional arrangement of Francesco Borromini’s new edifice.

The integrity of the collection and indeed the Vallicelliana Library’s very survival were put in serious jeopardy following the unification of Italy, when the transfer of the capital from Florence to Rome posed urgent problems of finding suitable premises to house new state institutions and to create centralized cultural institutions that would be secular and “universal”. Due to its central position and the size of its premises, the Borrominian complex of the Oratory of the Filippi was immediately identified as particularly suitable for hosting state administration bodies while its library would be absorbed into the government’s project of establishing a large national library. The present essay reconstructs the steps through which, between 1871 and 1883, it was possible to thwart both the expropriation of the library premises, thanks to the timely intervention of the Oratorian father Agostino Theiner and ministers Emilio Visconti Venosta and Cesare Correnti, and the merging of the Vallicelliana Library with the new National Library. The library’s rescue was assured thanks to the intervention of the Società romana di storia patria and of Ernesto Monaci in particular, who sent a detailed memorandum highlighting the library’s special aspects to Minister of Public Education Guido Baccelli. A ministerial decree of 17 November 1883 established that scientific management of the library as relating to the conservation and development of its collections was to be entrusted to the Società romana di storia patria, henceforth to be headquartered in the library, while administrative management was to be assigned to a guardian («custode consegnatario») of ministerial nomination. Thus began a new season for the Borrominian complex and the Vallicelliana Library, which with the support of the Società romana brought the regular resumption not only of library activity but also of historical-documentary research and the critical edition of sources.

 

Archivio della Società romana di storia patria, 146

dicembre 2023, pp. 14

Codice: ISBN 9791281369047.7 Catalogo: