76 – Omnia bona terrae Formelli
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Iefke van Kampen Susanna Passigli Michele Damiani
Commento e trascrizione dei catasti di Formello del 1559 e 1686
La pubblicazione ha come obiettivo la valorizzazione del patrimonio documentario relativo al territorio storico del comune di Formello (RM), attraverso la trascrizione e il commento di due dei catasti più antichi della comunità, l’uno cinquecentesco e l’altro seicentesco, che furono redatti per volere delle famiglie feudatarie Orsini e Chigi. La pubblicazione dei catasti di Formello si inserisce nella politica di studio, restauro e valorizzazione dei documenti d’archivio di Formello, promossa da tempo dal Comune di Formello, anche con l’ausilio di finanziamenti ministeriali ex art. 35 del D.Lgs 42/2004 e di finanziamenti regionali della Regione Lazio, essendo l’Archivio storico stato inserito nell’Organizzazione Archivistica Regionale (OAR).
Il Catastum comunitatis castri Formelli nepesine diocesis (segnatura: Archivio Storico Comunale di Formello, Pre 10 m v. 1), recante la data 10 aprile 1559, è, insieme allo statuto del 1544, il più antico documento conservato presso quell’archivio. L’accertamento catastale tramanda informazioni su beni urbani ed extraurbani e su centocinquantacinque persone; fu commissionato al notaio Domenico di Ippolito Avincola di Formello dai massari e dall’Universitas castri Formelli. La sua redazione avvenne quindici anni dopo quella dello statuto del 1544 e dovette essere espressione della volontà di costruire uno stato unitario da parte del lignaggio degli Orsini, anche sotto la guida del Cardinale Guido Ascanio Sforza. Tale volontà culminò nel 1560 con la elevazione a ducato dello stato di Bracciano, ricomposto nella sua antica compattezza per opera di Francesca Sforza e del figlio Paolo Giordano I Orsini. Lo studio del documento ha creato l’occasione per analizzare la documentazione comunale coeva e, inoltre, per mettere in luce l’esistenza di altri due catasti cinquecenteschi sino a oggi sconosciuti.
Il Catastum omium bonorum Terrae Formelli dell’anno 1686 (Ariccia, Palazzo Chigi, archivio, inv. 1382) è un censimento di beni immobili presenti nel territorio, prevalentemente terre lavorative. Fu realizzato per ordine del duca di Formello, principe Agostino Chigi, a cura del notaio Antonio Tidi, procuratore fiscale del principe, al fine di certificare la quota delle risposte dovuta da ogni singola zolla di terra alla Eccellentissima Camera di Sua Eccellenza Don Agostino Chigi. Il quadro delle proprietà appare molto articolato: numerosi privati cittadini formellesi possedevano porzioni di territorio ed erano molte anche le proprietà esclusive della Comunità, ossia interi Quarti come quello della Bandita o di Selva Piana, oltre alla Macchia e ai diritti di pascolo e di legnatico.
La pubblicazione è composta da due parti contenenti il commento e la trascrizione dei catasti. A corredo di esse figurano tabelle recanti nomi di persona e toponimi, carte topografiche del paese e del territorio di Formello con la localizzazione dei toponimi presenti nei registri, immagini con riproduzioni iconografiche, con cartografie storiche, raffigurazioni dei manoscritti e dei luoghi, infine indici analitici e bibliografia.
IL VOLUME È STATO REALIZZATO GRAZIE AL CONTRIBUTO
CONCESSO DAL MINISTERO DELLA CULTURA
DIREZIONE GENERALE EDUCAZIONE, RICERCA E ISTITUTI CULTURALI
Collana Miscellanea della Società romana di storia patria, 76
marzo 2023, pp. 476, ill.
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